domenica 25 settembre 2011
Apprensione... no grazie
Il tempo per aggiornare i blog non basta mai... una cara amica mi ha chiesto notizie di questo povero blog non nutrito dai post da molto tempo e mi ha indotta a rifocillarlo un po'. Complice l'ultima avventura a scuola dei miei due figli, che ancora una volta mi fa riflettere sul modo diverso di affrontare le cose qui e in Italia.
Lucia giovedì si è chiusa il dito in una porta a scuola e l'insegnante l'ha portata subito dal dottore o all'ospedale, non ho capito, dove le hanno fatto i raggi X e dato dei cerotti curativi per il dito.
Niente di grave per fortuna, ma mi ha molto colpito che non mi abbiano chiamato e l'abbiano portata subito in ospedale. Se fosse successo a Milano, mi avrebbero subito chiamato di andare a prendere la bambina a scuola. Qui me lo hanno detto alle 17.30 quando sono andata a prenderli ed era successo alle 13.30!
Molto diverso il comportamento tra qui e l'Italia in questo caso!
Avrei altre avventure di cui scrivere ma il tempo è tiranno e quando non avrò da lanciare 10^6 simulazioni per trovare la distribuzione della nostra ultima statistica test, mi dedicherò ancora al blog, Cri continua a seguirmi!
mercoledì 20 aprile 2011
La borsetta di Rilakkuma
Oggi ho visitato la chiesa di San Camillo Lellis a Milano, piccola e molto raccolta.
Avevo appuntamento alle 11 per la mia prima lezione di canto ed ero un po' in anticipo. Nel pomeriggio sono andata al museo di Storia naturale a confermare l'iscrizione dei miei figli per la scuola estiva e all'uscita ho armeggiato con telefono portafogli, ricevute di pagamento mie e di un'amica, volevo guardare le foto postate da Stefano su facebook, leggere la mail, insomma non sono proprio una multi-tasking! Vado a casa e mi accorgo di non avere più la custodia rosa di Rilakkuma tanto amata del mio telefono già custodia della mia prima nintendo comprata a Tokyo nel lontano 2006. Rifaccio mentalmente la corsa di tutte le corse fatte oggi e ricordo che l'avevo fuori dal museo mentre, appunto, armeggiavo con facebook e posta e ricevute delle iscrizioni, ma non mi sembrava di averla al negozio dove volevo comprare gli scarponi di montagne e neppure in quello dove ho comprato le uova di pasqua. Provo a chiamare al telefono il museo, ma non risponde nessuno. Allora dico, ma si, proviamo a rifare la strada a ritroso: negozio delle uova, niente, negozio di montagna, niente. Arrivo al parco quasi rassegnata senza alcuna speranza, lego, o meglio incateno, la bici, faccio per andare verso le scale ma prima mi volto e do un'occhiata per terra in giro, con quel sentimento, che dici, non serve a niente, ma dai facciamolo, magari mi è caduta e in quest'ora nessuno l'ha vista. E l'ho vista la mia borsettina. Appoggiata con cura al muretto di cinta, appena un po' più in la da dove doveva essermi caduta. L'ho raccolta e volevo ringraziare tutti quelli vicino a me perché era anche un po' per loro se l'avevo ritrovata. E poi ho pensato alla persona che la doveva aver raccolta e appoggiata con cura al muretto. Grazie grazie grazie. Oggi è stata una bella giornata. E questo racconto merita un post-o nel mio blog su Tokyo, perché una cosa così solo a Tokyo poteva capitare… e il pensiero mi torna alla mattina...
Avevo appuntamento alle 11 per la mia prima lezione di canto ed ero un po' in anticipo. Nel pomeriggio sono andata al museo di Storia naturale a confermare l'iscrizione dei miei figli per la scuola estiva e all'uscita ho armeggiato con telefono portafogli, ricevute di pagamento mie e di un'amica, volevo guardare le foto postate da Stefano su facebook, leggere la mail, insomma non sono proprio una multi-tasking! Vado a casa e mi accorgo di non avere più la custodia rosa di Rilakkuma tanto amata del mio telefono già custodia della mia prima nintendo comprata a Tokyo nel lontano 2006. Rifaccio mentalmente la corsa di tutte le corse fatte oggi e ricordo che l'avevo fuori dal museo mentre, appunto, armeggiavo con facebook e posta e ricevute delle iscrizioni, ma non mi sembrava di averla al negozio dove volevo comprare gli scarponi di montagne e neppure in quello dove ho comprato le uova di pasqua. Provo a chiamare al telefono il museo, ma non risponde nessuno. Allora dico, ma si, proviamo a rifare la strada a ritroso: negozio delle uova, niente, negozio di montagna, niente. Arrivo al parco quasi rassegnata senza alcuna speranza, lego, o meglio incateno, la bici, faccio per andare verso le scale ma prima mi volto e do un'occhiata per terra in giro, con quel sentimento, che dici, non serve a niente, ma dai facciamolo, magari mi è caduta e in quest'ora nessuno l'ha vista. E l'ho vista la mia borsettina. Appoggiata con cura al muretto di cinta, appena un po' più in la da dove doveva essermi caduta. L'ho raccolta e volevo ringraziare tutti quelli vicino a me perché era anche un po' per loro se l'avevo ritrovata. E poi ho pensato alla persona che la doveva aver raccolta e appoggiata con cura al muretto. Grazie grazie grazie. Oggi è stata una bella giornata. E questo racconto merita un post-o nel mio blog su Tokyo, perché una cosa così solo a Tokyo poteva capitare… e il pensiero mi torna alla mattina...
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