lunedì 6 agosto 2012


Gita a Shosenkyo (Japan)

Date: Monday 16 July 2012.(Bank Holiday)

Participants: Ilia Negri (me, ISM invited professor), Stefano Iacus (Guest, my husband), Ludovico Iacus (guest, my elder son, 10 years old) Lucia Iacus (guest, my daugther, 9 years old), Yoichi Nishiyama (ISM), Masao Urata (PMDA), Rei Nishiyama (Tokyo Metro. Gov.), Isao Sasaki (PMDA, OB)

Trip: we leave from Shinjuku station at 8.30 taking the Azusa 7. The train also stop at Mitaka to collect two participants and at Tachikawa to collect one participant. The train arrive at Kofu station at 10.20. 
There we take a bus from the Bus stop N. 3 and we arrive at Shosenkyoguchi around 11.00. 

Cost: the train price is 4220 円 (with reservation seat) and 580円 for the bus. The cost of the bus to return is 890 円, because we take it at the end of the valley. For the return train same price. 

Weather: very sunny and hot, but fortunately the path is shadowed, so you can enjoy a very pleasant trip also in summer. 

Description: the hiking starts at the beginning of the valley that is very impressive for the river (it is like a canyon) and the huge plaques of granite that rise through the vegetation. The trail runs along the right bank of the river for a total of about 4 km of length.  During all the path many signs indicate the name of the rocks that are particularly beautiful. 
During the path we meet a lot of insects that for us were very unusual as the “insetto stecco” (stick insect) that excited very much my son that loves insects. 
During the walk along the path, a car pass saying an announcement in Japanese. Big suspense: a bear has been seen in the morning on the same path. Great fear between the children (but also between the adults!).

Around 12.30 we arrive at the top-site of the valley 『覚円峰』
Under  this peak we stop for having lunch in one of the restaurant along the path. Our choice, suggested by Yoichi, was very good. We eat a very special hand made “pasta” and a very typical hot soba with vegetables and mushrooms. 
We enjoy very much the lunch. 

After lunch we follow the path that continue till the end of the valley. The best of the path as to came yet. A very beautiful waterfall and spectacular rock bridges suddenly appear.

We have another rest  to eat “the second best soft ice cream of the world” and a delicious taste of wine. Children enjoy fishing precious stones in the river and in the evening they say that the hiking was the best hiking ever! 

Also for me an my husband was a very enjoyable hiking in a superb scenery. At 14.32 we take the bus to return to Kofu station where after a light meal we return to Tokyo with the super “old” kaiji train.

About me: I love hiking because I think is the better way to know a country and people who lives in that territory. In Italy I’m using to go for hiking everywhere from little hill to high mountain. I come in Japan to do join research with Yoichi and so, during a discussion on stochastic integral and a simulation study I speak with Nishiyama san about my love for hiking,  and some days later he propose me to join the hiking club of is friend Urata san. The first hiking was a city walk in Tokyo where we could appreciate a part of the city that I could never have known otherwise. This year the proposal was an Hiking to Shosenkyo and I was very happy about this choice because was in the Japanese  mountain. As foreigners when we go alone in Japan for hiking sometimes it can be very frustrating because we cannot understand a lot of thing that we find along the path. But if you hike with the PMDA group this cannot happen and the excursion can became very interesting and sometimes very amazing! In particular we can appreciate the help of our friends in explaining every things that is difficult for us to understand. Thank you for giving us this opportunity. My dream is to go some day to the top of Fuji san and I think it would be great if this dream could become true with the PMDA hiking club!

venerdì 2 marzo 2012

Pizza a Tokyo

Recentemente la mia amica Cristina sempre prodiga di ottimi suggerimenti mi ha consigliato il blog di Disma Pestalozzi che mi capitava di ascoltare a Radio popolare nei suoi esilaranti servizi come inviato sul territorio locale. Cri mi ha raccontato che si era trasferito a Tokyo e leggendo il suo blog mi e' tornata la voglia di aggiornare il mio.

Voglio raccontare delle pizzerie a Tokyo. Di solito dopo un po' che sei lontano dall'Italia ti viene voglia di mangiare un buon piatto della cucina nostrana e la pizza nelle nostre classifiche culinarie si contende il primo posto con la pasta aglio olio e peperoncino. Per cui una volta al mese ci concedevamo un cena a base di pizza. Abbiamo provato varie catene e il minimo comun denominatore di tutte erano essenzialmente i seguenti punti:

1- saluto rigorosamente in italiano a tutti i clienti "Buonasera" invece del solito Irasshimasse!

2- sorpresa massima quando in 4 ordiniamo 4 pizze (il cliente medio giapponese ordina una pizza in 4)

3- prezzo di una margherita circa 1500 yen (15 euro)

4- ottima pizza (mio figlio sostiene che sia più buona di quella che ci fanno al ristorante italcanada al mare).

5- i pizzaioli hanno imparato a fare la pizza in italia durante una permanenza di circa un anno nel nostro belpaese.

Quest'anno la voglia di pizza ci e' scattata come sempre dopo una decina di giorni ma a shinjuku (dove abitavamo) non ci ricordavamo di una di queste catene con la vera pizza napoletana e allora mano all'iphone, digita "pizzeria" in google maps e la più' vicina era la Pizzeria Ciro, Higashi Nakano 3-8-3.

Ebbene è stata una rivelazione. Soprattuto per il punto 3 dove i prezzi di una margherita erano paragonabili a quelli nazionali: 450 yen!

Il pizzaiolo poi, troppo forte. Si chiama トトcome il nostro Totò e consiglio a tutti di andare a provarla!



domenica 25 settembre 2011

Apprensione... no grazie



Il tempo per aggiornare i blog non basta mai... una cara amica mi ha chiesto notizie di questo povero blog non nutrito dai post da molto tempo e mi ha indotta a rifocillarlo un po'. Complice l'ultima avventura a scuola dei miei due figli, che ancora una volta mi fa riflettere sul modo diverso di affrontare le cose qui e in Italia.

Lucia giovedì si è chiusa il dito in una porta a scuola e l'insegnante l'ha portata subito dal dottore o all'ospedale, non ho capito, dove le hanno fatto i raggi X e dato dei cerotti curativi per il dito.
Niente di grave per fortuna, ma mi ha molto colpito che non mi abbiano chiamato e l'abbiano portata subito in ospedale. Se fosse successo a Milano, mi avrebbero subito chiamato di andare a prendere la bambina a scuola. Qui me lo hanno detto alle 17.30 quando sono andata a prenderli ed era successo alle 13.30!
Molto diverso il comportamento tra qui e l'Italia in questo caso!

Avrei altre avventure di cui scrivere ma il tempo è tiranno e quando non avrò da lanciare 10^6 simulazioni per trovare la distribuzione della nostra ultima statistica test, mi dedicherò ancora al blog, Cri continua a seguirmi!

mercoledì 20 aprile 2011

La borsetta di Rilakkuma

Oggi ho visitato la chiesa di San Camillo Lellis a Milano, piccola e molto raccolta.
Avevo appuntamento alle 11 per la mia prima lezione di canto ed ero un po' in anticipo. Nel pomeriggio sono andata al museo di Storia naturale a confermare l'iscrizione dei miei figli per la scuola estiva e all'uscita ho armeggiato con telefono portafogli, ricevute di pagamento mie e di un'amica, volevo guardare le foto postate da Stefano su facebook, leggere la mail, insomma non sono proprio una multi-tasking! Vado a casa e mi accorgo di non avere più la custodia rosa di Rilakkuma tanto amata del mio telefono già custodia della mia prima nintendo comprata a Tokyo nel lontano 2006. Rifaccio mentalmente la corsa di tutte le corse fatte oggi e ricordo che l'avevo fuori dal museo mentre, appunto, armeggiavo con facebook e posta e ricevute delle iscrizioni, ma non mi sembrava di averla al negozio dove volevo comprare gli scarponi di montagne e neppure in quello dove ho comprato le uova di pasqua. Provo a chiamare al telefono il museo, ma non risponde nessuno. Allora dico, ma si, proviamo a rifare la strada a ritroso: negozio delle uova, niente, negozio di montagna, niente. Arrivo al parco quasi rassegnata senza alcuna speranza, lego, o meglio incateno, la bici, faccio per andare verso le scale ma prima mi volto e do un'occhiata per terra in giro, con quel sentimento, che dici, non serve a niente, ma dai facciamolo, magari mi è caduta e in quest'ora nessuno l'ha vista. E l'ho vista la mia borsettina. Appoggiata con cura al muretto di cinta, appena un po' più in la da dove doveva essermi caduta. L'ho raccolta e volevo ringraziare tutti quelli vicino a me perché era anche un po' per loro se l'avevo ritrovata. E poi ho pensato alla persona che la doveva aver raccolta e appoggiata con cura al muretto. Grazie grazie grazie. Oggi è stata una bella giornata. E questo racconto merita un post-o nel mio blog su Tokyo, perché una cosa così solo a Tokyo poteva capitare… e il pensiero mi torna alla mattina...

giovedì 2 dicembre 2010

kaatsu

Non è una parolaccia ma una (non so veramente come definirla) disciplina, sport, attività, che due amiche di Tokyo mi hanno descritto come la cosa che ti fa veramente stare bene, ti rimette al mondo dopo una giornata di stress e fatica, oltre al fatto che fa anche dimagrire. E allora come non provarla? Appuntamento al centro fitness di Ebisu alle 19. Trainer personale che mi sembrava di essere entrata dal vivo nella nintendo wii fit plus! Il trainer mi parla e io non capisco nulla se non che mi potrebbero venire dei pallini rossi dove mi metterà le cinture strette ma che questi se ne andranno al massimo in tre/sette giorni (come ho fatto a capirlo non chiedetemelo!). E si comincia. L'assistente del trainer (eh si, c'è anche lei...) pulisce con uno straccetto e il liquido antisettico la pedana di una macchina dove appoggerò i miei piedi. Misurazione del peso (quello è chiaro, con la forza di gravità) e di non so cosa altro del mio corpo, massa grassa, forza muscolare, indici di non so che cosa. Mi sono sempre chiesta come queste macchine facciano a prendere queste misure, solo perché tu stringi due manopole, e rimane ancora un mistero. Secondo me, c'è un algortimo che da i valori a caso! Ad ogni modo torniamo al kaatsu. Il mio trainer mi mette delle cinture alle braccia, come quelli per misurare la pressione. E probabilmente misura anche quella. Sono attaccati ad una macchina che registra anche lei non so cosa. Il trainer commenta tutti i valori che ha sputato la prima macchina che pesa e da i valori a caso e dice (o meglio capisco) che ho una buona forza ma devo migliorare nel grasso (troppa massa grassa?). Tutto questo mentre quelle cinture alle braccia continuano a stringere. E a questo punto il trainer mi dice che devo cominciare a fare degli esercizi con le braccia. Io lo guardo e rido... ma come con questi cosi al braccio che hanno già fatto diventare paonazze le mie manine? Ebbene si. Il kaatsu consiste nel fare esercizi con le braccia senza il sangue che scorre, ma è bloccato a monte dal laccio. Non vi dico la fatica e il dolore. E il trainer che contava in giapponese: ichi, ni, san... veloce fino a dieci e poi di nuovo per tre volte! Senza tregua e le mie mani sempre più violacee. Finito questo calvario, il trainer molla finalmente i lacci. Provo una sensazione di scorrimento e rinascita e ricomincio a muovere le dita delle mani con naturalezza e senza fatica. Non è finita, ci sono anche le gambe... stessa operazione di blocco del sangue con due lacci all'inizio delle cosce. Stessa sensazione di impotenza e si cominia: ichi, ni san, piegamenti,... ichi, ni san, sollevarsi sulle punte dei piedi, ichi, san, sollevare i tacchi. Ci spostiamo sempre con i lacci alle gambe alle macchine. Vi lascio immaginare il mio portamento. Ichi, ni, san, piega le ginocchia... Qui non potevo vedere il colore dei miei piedini, ma lo immaginavo. Comunque finito anche questo calvario, comincia la redenzione e il mio trainer, mi porta in un'altra sezione dove mi fa sdraiare e appoggiare le gambe su una macchina che vibra, prende un pallone gigantesco e me lo pigia prima sulle cosce, poi sulle gambe poi sul sedere... dopo il kaatsu, una rinascita. Infine, e qui viene il bello. Lo stretching. Ora, io ho sempre fatto stretching, ho anche preso un libro da giovane e me lo facevo a casa, l'ho fatto durante i corsi di yoga. Non avevo mai fatto stretching con il trainer che ti "stretcha" lui. Tutti i muscoli delle gambe e delle braccia e della schiena, erano praticament stirati e allungati dal trainer, che mi diceva "relax". Tutto questo è durato 45 minuti.
Il mio trainer mi ha riaccompagnato alla reception e mi ha salutato, con una serie infinita di inchini scusandosi per non aver saputo parlare in inglese molto bene. Io nel mio giapponese (e inglese) minimo gli ho risposto "don't worry, ii des" che significa "don't worry, va bene così"
Credo proprio che lo rifarò, anche perché non mi è venuto nessun pallino rosso ne sulle braccia ne sulle gambe...
Per saperne di più ecco provate a fare una ricerca su google con kaatsu training.
E tra qualche anno quando il kaatsu sarà praticato nella più in delle palestre ci risentiremo!

mercoledì 24 novembre 2010

Foto per l'istituto

Al lavoro quest'anno grossa novità. C'è Megumi san che sa l'italiano. E' stata in Italia quando aveva 6 anni per tre anni e lo parla discretamente. Lei dice come il calciatore Nakata, a me sembra meglio perchè ci capiamo perfettamente.

Al lavoro mi hanno fatto la foto con dietro la montagna sacra da mettere sul giornalino dell'istituto... E' arrivata Megumi san con la caporedattrice del giornale di diffusione dell'istituto dove lavoro
http://www.ism.ac.jp/
e hanno deciso che ara bello farla sul balcone con dietro il Fuji-san dato la splendida giornata (piccolo inciso: qui si viaggia ancora sui 15-18 gradi).
Non potete immaginare il ridere con le due signore che mi facevano mettere in posa, continuavano ad inchinarsi ad ogni scatto (e ne hanno fatto tanti perche' io avevo il sole in faccia e chiudevo gli occhi ;)) e poi erano tutte orgogliose del loro lavoro e me lo mostravano facendo ancora inchini...
Appena la pubblicano sul giornale la inserirò sul blog!

Tokyo Ristorazione

Eccomi di nuovo a Tokyo dopo più di un anno.
Ho lasciato Milano e la scuola dei miei figli per un mese e mezzo di lavoro a Tokyo. A Milano c'è Milano-Ristorazione. A Tokyo non
c'è Tokyo Ristorazione!
Scuola di Ludo e Lucia: per il pranzo abbiamo lasciato dei soldi al maestro e sono andati con lui a prendere qualcosa al supermercato di fronte a scuola! Qui trovi le lunch box per tutti e per tutti i gusti! Notare che Ludo ha speso 120 yen (circa 1 euro) per una scatola di ramen e lucia 176 yen (circa 1.50 euro) per due triangolini di riso con il pesce dentro e avvolti nell'alga! Questa e' Tokyo Ristorazione: per tutti, vicino a tutti e con prezzi alla portata di tutti!
Adoro questo paese...